Simone105 Inviato 25 agosto 2009, 16:24 Segnala Share Inviato 25 agosto 2009, 16:24 Wolfenstein Ben otto anni son trascorsi dall’uscita di quel capolavoro conosciuto come Return to Castle Wolfenstein, e Raven Software è oggi colpevole; colpevole di non aver saputo rendere giustizia ad un franchise d’elite, ad un prodotto che aveva segnato la storia dei videogiochi e che mancava da così tanto tempo da meritare un ritorno in scena d’eccezione. Sfortunatamente così non è stato. Wolfenstein scivola presto in quella che risulta essere una distinta produzione videoludica che non tarderà ad essere dimenticata dal giocatore moderno: un giocatore che vive di pane e FPS, ma soprattutto un giocatore che si trova temporalmente collocato in una fase di transizione del business in cui quasi tutto è stato detto, e dove l’unica via di fuga dall’oblio della mediocrità risiede nell’elevazione esponenziale del livello qualitativo, o nella disperata ricerca di elementi innovativi che non siano solo sensati ed efficaci, ma anche spregiudicati. Il caparbio B.J. Blazkowicz dovrà vedersela con un Terzo Reich in grande spolvero, impossessatosi dello sconfinato ed indomabile potere della civiltà Thule che, associato ad improbabili tecnologie belliche, trasformerà l’armata nazista nel vostro peggiore incubo fantascientifico: la trama di Wolfenstein non costituisce nulla di realmente nuovo, riuscendo comunque ad intrattenere quanto basta grazie ad una discreta direzione di cutscene e doppiaggio. Wolfenstein è un first person shooter di buona fattura, e come tale si impegna ad inscenare vagonate di adrenaliniche guerriglie scriptate old style, sicuramente lodevoli sul piano stilistico e mai troppo piatte dal punto di vista cognitivo, grazie ad una sufficiente varietà di nemici, armamenti e situazioni ludiche. Quando parliamo di situazioni ludiche esterne ai classici pattern del genere FPS, facciamo riferimento ai poteri sovrannaturali attribuiti dal medaglione di Blazkowicz, ovvero abilità che permettono di rallentare il tempo (questa sì che è una novità), tamponare i danni inflitti dai nemici, svelare passaggi segreti ed amplificare la potenza di fuoco delle armi equipaggiate. La sensazione generale è che quest’ultimo comparto sia stato esplorato in maniera perlopiù superficiale: i contesti che richiedono l’applicazione imprescindibile delle skill summenzionate, oltre ad essere numericamente limitati, denotano una certa mancanza di profondità che lascia spesso l’amaro in bocca. E’ un vero peccato. Il potere dell’occulto avrebbe potuto costituire la chiave di volta per il distinto sparatutto forgiato da Raven. Allontanando per un attimo lo zoom dall’aspetto puramente microscopico del gameplay, è doveroso segnalare la pennellata di free-roaming che intonaca le gracili mura di Isenstadt, minuta cittadina germanica in cui trascorrerete circa il 60% dell’avventura. Sono le poche (e brevi) side-quest da portare a termine, nonché i molteplici oggetti collezionabili sparsi qua e là per i bui vicoli del borgo tedesco, a giustificare l’accenno di “libertà” che gli sviluppatori hanno voluto innestare nell’opera. Lo scopo della manovra è quello di diluire una altrimenti insufficiente longevità globale, confinata a circa sette ore di sparatorie; una gradevole addizione, in questo senso, è data dalla possibilità di potenziare sia l’arsenale bellico che quello “spirituale”, acquistando add-on ed accessori militari da alcuni loschi mercanti allocati in ogni dove. Gli elementi periferici fin qui descritti fungono poco più che da palliativi per l’incentivazione della longevità del titolo, la quale avrebbe dovuto puntare tutto (o quasi) sul comparto multiplayer, considerato il ruolo di prim’ordine da esso recitato nella storia del brand. I fasti di Return to Castle Wolfenstein: Enemy Territory rimangono, purtroppo, un lontano ricordo: vuoi per gli asfissianti episodi di lag, vuoi per la ridotta dimensione delle mappe (peraltro poco ispirate) o, ancora, per la generale inconsistenza dell’organizzazione delle classi militari, la modalità online di Wolfenstein gira come una vite spanata nello sterminato (ed inflazionato) universo della concorrenza. Per dovere di cronaca, una manciata di caratteri va impiegata anche per ciò che concerne l’anonimo comparto visivo. Se da un lato effetti grafici ed aspetto estetico non fanno gridare al miracolo, dall’altro regia, cura per il dettaglio ed animazioni danno un sostanzioso contributo alla credibilità del campo di battaglia, sempre pulsante e verosimile. Soppesando le caratteristiche appena collocate sui due piani della bilancia, si otterrà un apparato grafico senza infamia e senza lode, che non offre nulla di trascendentale da consegnare ai posteri. CPU: Intel® Pentium® 4 3.2 GHz o AMD Athlon 64 3400+ RAM: 1GB RAM Scheda Video: 256MB NVIDIA® Geforce® 6800 GT o ATI Radeon X800 Scheda Audio: DirectX 9.0c 100% compatibile Spazio su Hard Disk: 8GB (e altri 800MB destinati allo swap) Internet: Connessione per usufruire del multiplayer Cita Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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